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La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

giovedì 24 novembre 2011

Come "illuminarsi" in 15 giorni!

“Chi siamo?”, “Cosa è la vita?” “Dove andiamo?” “Da dove veniamo?” domande che spesso ci poniamo. A seconda della nostra cultura e delle nostre credenze ci diamo delle risposte più o meno esaustive. 
Potrebbero sembrare domande banali, ma se si cerca di entrare nel profondo rimaniamo tutti spiazzati, perché non riusciamo a darci delle risposte. 

Una risposta, però, può essere racchiusa nelle parole “questo preciso momento”.

Se ci chiedessero ora dove sei? Nel passato? Forse no! Nel futuro? Neppure! Sei nel presente? No, nemmeno nel presente, perché non c'è niente che possiamo identificare come presente, non ci sono confini che lo delimitano. Tutto ciò che possiamo rispondere è “sono questo preciso momento”.


Per arrivare a comprendere l'importanza di essere questo preciso momento il primo passo da compiere è imparare ad ascoltare ed imparare a prestare attenzione. Quando sediamo in meditazione la cosa più importante è l'attenzione alla totalità delle cose che accadono ora, in questo preciso momento, che sia noia, dolore, gioia. Il motivo perché nella meditazione e nella vita più in generale non vogliamo fare attenzione è perché non sempre ciò che accade è piacevole, “questo non mi piace e non voglio né vederlo e né sentirlo”.

Abbiamo una mente in grado di pensare e facciamo sogni sul futuro, sulle cose piacevoli che avremo e che faremo. Tutto ciò che accade nel presente lo passiamo a questo filtro “non mi piace, non voglio sentirlo, preferisco dimenticarlo e sognare quanto accadrà di bello”. La mente è in continuo lavoro nel tentativo di creare una vita piacevole, sicura e felice. Facendo così non vediamo il qui e ora, questo preciso momento, perché troppo impegnati a “filtrare” la vita. Ma ciò che accade è molto diverso da ciò che pensiamo.

Ciò che dobbiamo sviluppare nella meditazione è la capacità di stare intensamente nel qui e ora, dobbiamo essere capaci di dirci “questa volta non scappo!”. Durante la meditazione, momento per momento, siamo chiamati a decidere tra il mondo meraviglioso dentro la nostra testa e la realtà. Questa realtà è, spesso, stanchezza, noia e male alle gambe. Ciò che impariamo nello stare seduti con il disagio è di fondamentale importanza in quanto il dolore ci costringe a stare con lui, non possiamo scappare, non ci sono altri posti in cui andare.

La meditazione insegna a vivere con più agio, vivere con agio significa non passare la vita a sognare, ma stare con ciò che è qui e ora, qualunque cosa sia. Buono, cattivo, bello, brutto non fa differenza. Compito non facile. Esige coraggio, ci vuole molto fegato e forse non tutti sono disposti ad impegnarsi.
“Sedendoci”, non aspettiamoci di trovare la nostra nobiltà interiore, abbandoniamo anche per pochi minuti il vortice della mente e sediamo con quello che c'è. Sedendo vediamo cosa siamo, i nostri sforzi per fare bella figura, per primeggiare oppure vedremo la nostra rabbia, ansia, la nostra alterigia.

Se praticheremo duro per un certo periodo di tempo, un giorno avremo un piccolo barlume di luce, ma ciò non basta, perché una vita illuminata vuol dire “vedere” attimo dopo attimo, ci vorranno anni di lavoro per trasformarci e metterci in grado di farlo. La trasformazione, però, non avviene attraverso il pensiero, né con ciò che possiamo immaginare con la nostra testa , avviene attraverso ciò che facciamo, cioè abbandonando il mondo dei sogni egoistici per la realtà che davvero siamo.

Ma davvero c'è qualcuno che pensa scioccamente di diventare “illuminato” in 15 giorni?

Namastè

giovedì 10 novembre 2011

Concerto di Musica Classica Indiana

Esiste una particolare sequenza di note utile durante tutta l'esistenza umana, da prima del concepimento fino al periodo post parto, dall'adolescenza alla maturità, che accompagna la persona tutta la vita mantenendola in un buono stato di salute, fisica e mentale. Si tratta della musica più antica, conservata nella cultura Indù.
Tale musica sacra si avvale di due scale principali chiamate RAGA: quella usata nel nord India è RAGA BHAIRAV, quella usata nel sud India è MAYAMALAVAGAULA.
Il Raga comincia con la melodia che si sviluppa gradualmente e l'esecuzione di un singolo Raga può durare da una quindicina di minuti a tre ore, limite teorico dettato dal cambiamento di fase del giorno, in India, infatti, le 24 ore sono suddivise in otto "spicchi" di tre ore, ognuno dei quali caratterizzato da un diverso sentimento dominante e da diversi Raga che possono essere suonati in esso. Spesso i concerti di musica indiana durano interi giorni e notti, in cui numerosi musicisti e cantanti si susseguono con continuità in un flusso di musica quasi ininterrotto.
La famiglia MISHRA è custode vivente della Tradizione di musica classica, sacra, indiana.
Pandit SHIVNATH è il più anziano musicista di Raga del mondo, suo figlio DEOBHRAT e suo nipote PRASHANT sono i degni successori di quest'arte.
A seguito del viaggio in India, compiuto da Ottaviano Fuoco, presidente dell'associazione Scuola di Yoga Sùrya di Rende (CS), è nata una bella amicizia con la famiglia MISHRA che ha permesso di realizzare l'idea un concerto nella nostra terra di Calabria.
Giorno 18 novembre presso l'Auditorium del Liceo Classico Telesio, la città avrà finalmente l'occasione di ascoltare e godere della musica di questi grandi artisti. 
Per informazioni e prevendita 3478669757 - 3421077350
Namastè