“A gatta ch'è
'mparata aru salatu, pocu sinni frica d'i fischi i Pica!”
...è
un vecchio proverbio calabrese: il gatto “cannaruto” (golosone) e
furbo, mal abituato a rubare “ù salatu” (salsicce, prosciutti
custoditi nella dispensa), non si interessa dei rimproveri ( i fischi
i Pica), la Pica è il nome dialettale di un uccello che ripete un
verso insistentemente.
E'
per sottolineare il fatto che nonostante venga detto, ormai
giornalmente, di spegnere le luci negli ambienti della nostra Scuola
Yoga...devo SEMPRE fare il giro di tutte le stanze per spegnerle.
Probabilmente
“è più forte di voi”, non ce la fate...proprio come una ragazza
universitaria che alloggiava nella stessa casa delle studente dove
soggiornavo anch'io, la quale infilava furtivamente uno stecchino nel
campanello di ogni porta, in modo da incastrare l'interruttore che
continuava così a suonare, con una bandierina attaccata sulla quale
c'era scritto “è più forte di me”!
Novembre
è stato un buon mese di pratica, sana e robusta la presenza e la
frequenza alle lezioni. Gli allievi tutti hanno messo l'anima nella
pratica delle asana (qualcuno l'ha anche lasciata sul parquet).
Ho
cominciato ad introdurre la pratica del SUONO nelle lezioni... e,
impatto imbarazzante e timidoso a parte, devo riconoscere che pian
pianino tutti sono riusciti (TUTTI TUTTI NO!) a far venire fuori la
propria voce. Vorrei ancora una volta ricordare che NESSUNO è
stonato in natura (nemmeno mia sorella). Dire: “no no, io non
canto...sono stonato!” è come dire “io non so fare la pipì!”
Il
fatto di emettere un suono più o meno armonioso dipende da due
fattori: il rilassamento e l'ascolto. E' ovvio che se uno è “teso”,
ansioso, nervoso e non ascolta non ha la capacità di riprodurre un
suono bello.
Analizziamo
due casi. Il primo è la “riproduzione” di un suono, cioè
emettere un suono appena ascoltato; il secondo è la “produzione”
di un suono, cioè emettere un suono senza averlo ascoltato prima.
Nel primo caso quello che bisogna fare è semplicemente ASCOLTARE per
cantare lo stesso suono, ovvero la stessa nota. Per ascoltare bisogna
prestare ATTENZIONE, non bisogna lasciarsi distrarre da niente,
neanche dal pensiero o dalla convinzione di essere “stonati”.
Nel
secondo caso, la produzione di un suono, bisogna prenderlo dal
proprio corpo, dal proprio cervello e farlo venire fuori. In questo
caso è molto più dura (...oppure più facile per chi non si
preoccupa dell'intonazione).
Ora
facciamo un po' di chiarezza su un concetto che sicuramente sfugge ai
più...confondere il significato dei termini!
Bisogna
innanzi tutto RILASSARSI (va bene anche “stravaccarsi” in
poltrona o sul letto) e iniziare a respirare, immergersi nel proprio
ritmo respiratorio e portare un sorriso dentro. Quando la mente si è
acquietata, durante l'espirazione (anche perché inspirando risulta
difficoltosetto...comunque potete provare...per carità!). Fate
vibrare una emme a labbra socchiuse. Ripetete per circa un minuto,
quindi lasciate uscire una A, semplicemente aprendo la bocca, senza
forzare la gola. Dopo un po' di pratica sentirete che il suono
proviene da tutto il corpo.
Ma
come si caratterizza una emissione sonora? Una emissione sonora ha
quattro caratteristiche: il Tono Muscolare, il Volume/Intensità,
Altezza/Frequenza ed il Timbro.
Il
TONO MUSCOLARE è la caratteristica fisica del corpo da cui
proviene il suono.
L'INTENSITA'
(VOLUME) è la qualità che distingue i suoni in deboli o forti e
dipende dalla forza con cui i corpi sonori vengono eccitati e dalla
distanza dalla fonte sonora di chi ascolta.
Il
TIMBRO è la qualità del suono che permette di distinguere
due suoni diversi che hanno uguale INTENSITA' ed ALTEZZA. Ovvero è
quell'attributo della sensazione uditiva che consente all'ascoltatore
di identificare la fonte sonora, rendendola distinguibile da ogni
altra. Questo “parametro” del suono musicale, insieme all'altezza
ed all'intensità, suggerisce numerose analogie con il COLORE.
Infatti il Timbro viene designato come “Colore del Suono”.
In
sintesi: è elementare che ognuno abbia una sua propria voce
caratteristica!
L'ALTEZZA
è la Frequenza fondamentale di una nota musicale o suono che viene
percepita ed è una caratteristica del suono. L'ALTEZZA è la qualità
che permette di distinguere se un suono è ACUTO o GRAVE e dipende
dalla frequenza dell'onda sonora che lo ha generato. Più la
frequenza è elevata più il suono ci sembra ACUTO, mentre più la
frequenza e bassa più il suono apparirà GRAVE. Il sistema di
Percezione Uditiva umano, in alcune circostanza, può avere anche
difficoltà a distinguere differenze di altezza tra le note.
Se su un pentagramma musicale andiamo a rappresentare due note ad esempio due RE anche se fatte vibrare (cantate o suonate) con uguale TONO MUSCOLARE
e stessa INTENSITA' (volume) e stessa DURATA, la FREQUENZA (altezza) può essere differente.
Semplificando,
un uomo rispetto ad una donna ha un corpo differente ed in maniera
del tutto naturale farà vibrare i suoni ad un'altezza GRAVE (bassa),
mentre la donna ad un altezza ACUTA (alta), ma entrambi possono
“armonizzare” (cantare) la stessa nota.
Dunque
non lamentatevi più quando non riuscite a gustarvi le lezioni di
Yoga sul canto, perché nessuno
è stonato...fermo restando che “non c'è peggior sordo di chi non
vuol sentire”.
Namastè