Benvenuto!

La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

mercoledì 29 giugno 2011

Il nemico invisibile.

"Chissà se il mondo chiuso dentro le tre doppie w è verosimile o è un fac-simile...quando sembra di viaggiare e invece resti immobile...chissà se queste macchine che parlano per noi ci avvicinano o allontanano..."
A volte le canzoni ci vengono incontro, ma poi i significati si perdono tra i nostri "affanni".
Non demonizzo il computer , strumento innovativo, mezzo rapido e validissimo, ma il guaio è che pochi lo usano adeguatamente...
Per molti l'uso dello "schermo a cristalli liquidi", purtroppo, è diventato un'ossessione psicotica, molti restano ipnotizzati e letteralmente catturati dalla "rete".
Dal mio punto di vista ci sono due frasi di uso corrente che rispecchiano perfettamente l'ipocrisia, la paura, l'indifferenza, l'egoismo e la pigrizia della maggior parte della gente moderna: 1) "...è colpa della società"; 2) "... eh, ma non è facile!". E' molto facile non prendersi le proprie responsabilità e cercare sempre il capro espiatorio per tutto. E' veramente colpa della "società" se lascio la spazzatura sulla spiaggia? E' veramente "difficile" sedersi a respirare dieci minuti al giorno? E' davvero colpa della "società" se mi avveleno il fegato mangiando spesso da McDonald's? E' davvero "difficile" comprendere e perdonare una persona?
L'elenco sarebbe "divertente" ed interminabile... il fatto è che ognuno dovrebbe accorgersi di essere "parte del mondo" e non un "mondo apparte", assumendosi sinceramente le proprie responsabilità, lavorando tutti i giorni con il proprio Respiro, diventando così padroni della propria vita.
Comunque se qualcuno dovesse conoscere di persona "la società" ...me la presenti, così magari la lascio chiusa in macchina cinque o sei ore, in un automobile blindata, sotto il sole!
Namastè

sabato 25 giugno 2011

Che paura!!!

Noi esseri umani tendenzialmente creiamo falsi problemi. Questo deriva dall'impossibilità di vivere al di fuori del nostro modello di pensiero. Usando la mente in modo improprio siamo capaci di creare due tipi di paure. La prima è quella naturale: davanti ad un pericolo fisico tendiamo a scappare o a difenderci. La seconda è quella che avvelena la nostra vita basandosi su false insidie, l'ansia.
La falsa paura nasce da un cattivo uso della mente. Pensando il nostro sé, o io, come un'entità separata, formuliamo proposizioni che hanno l'io come soggetto. Quello che è successo o potrebbe succedere a questo io, oppure come analizzare e controllare gli avvenimenti. Questa incessante attività mentale determina un costante giudizio ansioso su di noi e su gli altri.
La paura che nasce da questi presupposti irrealistici ci impedisce di agire con intelligenza determinando strategie di manipolazione. Diamo credito alle persone e alle situazioni che diano credito a questo 'io'.
“Cosa mi accadrà?”, “Cosa otterrò?”, “Come mi andrà?”...IO, IO, IO.
La mente inventa il gioco e noi ne siamo intrappolati.
Potremmo pensare che una volta capito il gioco questo finisca, invece non è così. Come fare allora?
Innanzitutto dobbiamo diventare consapevoli dell'illusione. Bisogna illuminare la mente, fare attenzione, sedere e sperimentare, conoscere le illusioni per quelle che sono. E' ben diverso dal migliorarsi o mettere a posto la propria vita.
E' questo falso “io” che ragionando in termini soggettivi, impedisce la meraviglia...la vita è un miracolo minuto per minuto, che perdiamo sognando i nostri sogni soggettivi.
Stiamo semplicemente con ciò che sembra una grande confusione, sperimentiamola, conosciamola, così sempre più spesso riusciremo a vedere oltre i falsi sogni che annebbiano la nostra vita.
Namastè

mercoledì 22 giugno 2011

Lo Specchio!

Conosco due poesie che hanno come tema centrale lo specchio:
La prima
Praticare consiste nel pulire costantemente lo specchio così che, rimuovendone la polvere dei pensieri e delle azioni illusorie, può risplendere.
La seconda
Non vi è alcuno specchio, né alcuna superficie da pulire, né alcun luogo dove la polvere si posi.
Le limitazioni della vita sono già presenti al momento del concepimento. I fattori genetici sono in sé limitazioni. Molto presto sviluppiamo strategie per proteggerci contro i pericoli in agguato ed a causa della paura cominciamo a contrarci ed a limitare la vastità della vita.
Con l'apprendimento del linguaggio cerchiamo di affrontare le minacce immagazzinandole in ogni cellula del corpo e ricorrendo alla memoria mettiamo in relazione ogni nuovo pericolo con i precedenti. La verità è che passiamo attraverso diversi condizionamenti e poco a poco mutiamo l'idea che abbiamo di noi stessi.
Essendo stati minacciati nella nostra apertura alla vita, supponiamo che il nostro io sia la contrazione provocata dalla paura. Qualunque sia la rappresentazione che abbiamo di noi stessi l'importante è adeguarsi alla rappresentazione contratta di noi stessi. La paura, quindi, non è creata dal condizionamento ma dall'immagine di noi stessi.
Questa rappresentazione, fortunatamente, essendo visibile nei nostri pensieri e riflessa nelle tensioni del corpo, può diventare il nostro maestro se facciamo esperienza di noi stessi nel momento presente. Ciò che dobbiamo conoscere è il modello di pensiero che nutriamo in questo preciso momento e quali tensioni presenta oggi, in questo preciso momento, il nostro corpo. Mediante una “Via Spirituale”, notando i pensieri e sperimentando le tensioni fisiche illuminiamo la paura. Così facendo la nostra errata identificazione con un sé limitato svanisce a poco a poco e diventiamo sempre più capaci di essere ciò che siamo davvero: un non-sè, una risposta aperta alla vita.
Ritornando alle poesie, benché la comprensione sia racchiusa nella seconda poesia, il paradosso è che dobbiamo lavorare con la prima poesia: dobbiamo pulire lo specchio, dobbiamo diventare consapevoli dei pensieri e delle azioni, dobbiamo prendere coscienza delle false reazioni nei confronti della vita. Solo così potremo vedere che la paura è sin dall'inizio un'illusione. Comprenderemo che non occorre nessuna lotta per sbarazzarci di un illusione , ma questo lo capiremo solo se puliamo lo specchio in continuazione.
Dobbiamo pulire lo specchio fino a conoscere , visceralmente, la verità della nostra vita. Solo allora potremo capire che , dall'inizio, niente occorreva e che la vita è sempre stata aperta e feconda.
Ma non inganniamoci sulla necessità di una pratica sincera per poter vedere le cose con la stessa chiarezza delle nostre mani.
Namastè

lunedì 20 giugno 2011

Essere flessibili...

Il bambù, cedendo, sopravvive alla tempesta, mentre una quercia può essere sdradicata. Perchè? Piegandosi, il bambù non occuca più lo spazio che occupava prima. Sa come essere immateriale e quindi non è investito in pieno dalla tempesta.
Cedendo, il bambù sopravvive. Non ne viene sminuito. Con le sue forti radici, non perde terreno. Quando il vento cessa di soffiare, il bambù si ripiega all'indietro, tornando dov'era prima. In realtà il bambù è una pianta pittosto vigorosa: è longeva, sempreverde, anche in inverno. Non cadrà nemmeno sotto il peso della neve più abbondante, in quanto non offre alla neve grandi rami dove posarsi. Sembra capace di adattarsi rapidamente ad ambienti nuovi, e ricresce più forte dopo aver subito le tempeste invernali o i colpi d'ascia del boscaiolo. E all'interno? All'interno è vuoto. Ciò dimostra come il vuoto, la vacuità, la cavità e l'immaterialità possano essere molto vitali.
Nell'avversità delle tempeste della vita, dovremmo piegarci, ma senza spezzarci e senza cedere. Dovremmo affondare le nostre radici fino alla sorgenti della vita, nutrirci dell'energia del cielo e della terra. E dovremmo guardarci dentro e capire come il vuoto funziona dentro di noi.
"Essere flessibile significa possedere la flessibilità nella propria sostanza. Non significa essere debole" (Il Tao della Vita Quotidiana)
Namastè


giovedì 9 giugno 2011

...mai nessun secondo pensiero!


Chuang Tzu afferma “L'uomo perfetto usa la propria mente come uno specchio, che non s'impadronisce di nulla, che non rifiuta nulla: riceve ma non trattiene.”

Una visione del mondo che non potrebbe insegnare nulla di più semplice: qualsiasi cosa tu stia facendo è perfetta così com'è.

Tutte le tradizioni culturali-religiose ci invitano a guardare in noi stessi a essere presenti a ciò che accade dentro di noi. Nessun secondo pensiero significa che non c'è un momento migliore o più importante di un altro, basta stare dove si è senza cercare di cambiare le cose, ogni azione è tutto e noi non siamo nient'altro che l'azione che stiamo compiendo. Quando stiamo con noi stessi perde di consistenza anche il perché delle cose.

Il mondo è tutto qui, non c'è alcun fine da perseguire, alcuna meta da raggiungere e non occorre fare alcuno sforzo per migliorarci, perché non c'è niente di noi che non vada bene.


E' tutto qui significa che il tutto è qui. Abbandonarsi alla vita, ora, così com'è, senza schemi, pregiudizi, certezze, teorie e prestare attenzione alle cose nel momento che accadono.

Se non impariamo ad essere immersi nel presente saremo sempre in balia del pensiero sbagliato, quello che ormai non c'è più o quello che non arriverà mai.

Il vero grande segreto della vita è essere sempre li dove si è, completamente abbandonati in ciò che sta accadendo.

La presenza a se stessi è la percezione che siamo lì, nelle cose che stiamo facendo, osservando ciò che abbiamo dentro lasciando tutto così com'è.

Namastè

mercoledì 8 giugno 2011

Sui demoni...

"La radice di tutti i demoni è la propria mente. Quando nel percepire un qualsiasi fenomeno si prova attrazione, e poi desiderio, si è catturati dai demoni. Quando nella mente si afferrano i fenomeni come se fossero oggetti esteriori, si viene contaminati...
...tutti i demoni sono compresi in quello dell'orgoglio...
...se non si provano avversione o desiderio, ecco che si manifesta la Mente spontanea (la VERA PROPRIA NATURA, il SE'). Poichè tutto è la propria mente spontanea, colui che Medita, non ha nulla su cui meditare. Qualsiasi percezione si manifesti liberamente, sia lasciata nella sua condizione naturale...
Quando si comprende che la radice del desiderio o dell'avversione, per ciò che è materiale, sta nell'orgoglio ...come il fumo nelle fessure di un muro è causato da un fuoco nascosto, nel recidere l'orgoglio ci si libera dall'attaccamento alla materia...
...quindi tutti i demoni rientrano in quelli dell'orgoglio.
Come un leone sulle alte cime innevate non prova alcun timore, se viene eliminato l'attaccamento a se stessi nasce la sicurezza."
Brani tratti dai Canti Spirituali sulla Recisione dei Demoni.
Namastè

martedì 7 giugno 2011

Una mente controllata conduce alla felicità!

La mente è la fonte di tutta la nostra esperienza, se non percepiamo in modo chiaro, nasceranno confusione e sofferenza. 
La mente è come una tigre selvaggia che semina violenza, ma siamo così ciechi da non accorgercene.
Quando le cose non vanno per il verso giusto diamo la colpa agli altri o alle circostanze, senza cercare dentro di noi le cause della sofferenza. Se, però, vogliamo trovare la serenità, è quell'energia selvaggia interiore che dobbiamo affrontare, venendo a patti con essa. Non è un compito facile, ma le difficoltà vanno affrontate anche se possono causare dolore.
Il desiderio e l'attaccamento possono causare sofferenza, specialmente quando un desiderio non viene appagato.  
Siamo capaci di ammalarci pur di attirare l'attenzione di qualcuno, ma appena riusciamo nel nostro intento, subito vogliamo stare bene come prima. In un modo o in un altro continuiamo a sognare ciò che non abbiamo, rimanendo sempre scontenti. Solo domando la mente si potrà placare la continua sete di gratificazione e sviluppare la comprensione, così da divenire un po più adulti. 
La maturità, però,è possibile solo se ci accettiamo così come siamo, solo se ci rendiamo conto che la felicità deve essere ricercata dentro di noi, solo se svilupperemo una grande accettazione nei confronti del dolore e solo se sapremo sviluppare una grande compassione per noi e per gli altri.
Namastè

mercoledì 1 giugno 2011

Non è facile trovare "il Centro", ma...

Il TAI-CHI è l'antica arte della Suprema Polarità, si basa su due principi fondamentali dai quali si sviluppano movimento e respiro: lo yin e lo yang. Erroneamente considerate come due forze opposte, dai moderni proseliti della new-age, lo yin e lo yang sono in realtà due concetti complementari che esprimono la realtà della vita.
Infatti: pieno e vuoto, alto e basso, grande e piccolo, caldo e freddo non sono forze opposte ma complementari e non potrebbero esistere l'una senza l'altra.
Il simbolo che esprime tale concetto , il pesce bifrontale che evidenzia movimento e trasformazione, è relativamente recente... Nell'antichità, la tradizione Taoista rappresentava tale concetto con una montagna in mezzo ad un lago: metà di essa illuminata dal sole, l'altra metà in ombra. Durante il trascorrere delle ore la parete illuminata restava in ombra e quella in ombra si illuminava. Questa immagine evidenzia l'alternanza dello YIN e dello Yang e credo, tolga ogni dubbio sul fatto che non esistono "cose" YIN o "cose" YANG... esiste un mutamento continuo di forze che regolano la vita dell'universo.
Ecco perchè non solo è difficile imparare la delicata sequenza della forma del TAI-CHI, ma soprattutto ciò che è più difficile è trovare il proprio "centro"!
Nel video il maestro Engaku Taino.

Namastè