Benvenuto!

La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

martedì 4 novembre 2014

Ancora questa sofferenza

“Distaccati dalle creature sino a restarne nudo. Perché il demonio – dice il Papa San Gregorio – non ha niente di proprio in questo mondo e viene nudo alla contesa. Se vai vestito a lottare contro di lui, presto cadrai a terra: perché avrà dove afferrarti.”
                                         San Josemarìa Escivà
Il post che avevo preparato per oggi era sulla ricerca della salute fisica, ma la vita spesso ci “regala” degli avvenimenti che non comprendiamo e che conseguentemente ci destabilizzano.
Quando accadono dei fatti di cui non comprendiamo il senso, come la morte, subito riaffiorano quelle domande esistenziali a cui tutti, a proprio modo, con la propria cultura e con la propria religione, cercano di rispondere.

Ma perché dobbiamo nascere se la vita è sofferenza e poi dobbiamo anche morire?
Chi di noi almeno una volta nella vita non si è posto questa domanda!!

Gesù ci ha insegnato con il suo esempio di sofferenza e croce che questa vita è solo una preparazione ad una esistenza di “gloria”.
Il Buddha ci ha insegnato che nella vita tutto è impermanente (niente è per sempre) e la morte è solo l'ennesima “trasformazione” della vita.
Gli antichi taoisti affermavano che la corrente del fiume (la vita) doveva essere assecondata e non ostacolata, perché al fiume non interessa quali siano i nostri desideri.

Belle parole che spesso ci confortano e danno un senso al nostro vivere, ma che spesso ci lasciano totalmente indifferenti davanti al nostro dolore.

Cosa fare allora praticamente? Cosa può liberarci realmente dalla sofferenza?

Non esiste medicina, medico o cura che possa alleviare le nostre afflizioni, non esiste coniuge, genitore o amico che possa farci risollevare dal buio in cui siamo caduti, però, tutti i grandi Maestri e tutte le Tradizioni autentiche ci hanno tramandato in nostro aiuto due grandi strumenti: il respiro e l'immobilità del corpo.

Per immobilità del corpo intendo quella volontà e capacità di rimanere con il proprio dolore. La volontà di non voler scappare da quell'emozione che ci fa piangere e straziare il cuore, ma di rimanere lì e nell'immobilità diventare un attento osservatore.

Dal dolore non si scappa, non si può nascondere una brace ardente sotto una catasta di legna, perché quando meno te lo aspetti si appiccherà un fuoco più violento e letale di prima.

Nel dolore dell'immobilità del corpo ci viene in aiuto il respiro, una delle poche cose reali e concrete della nostra vita.

L'attenzione al respiro è fondamentale perché quest'ultimo cammina all'unisono con le nostre emozioni. Imparare ad osservarlo ed imparare a tranquillizzarlo, piano piano ci porterà a guardare la sofferenza con occhi diversi, ci consentirà di avere uno sguardo più profondo sulla nostra anima.

Siedi con tutte le tue emozioni, belle o brutte che siano e respira con calma, un giorno quando ti alzerai sarai nudo e niente ti si potrà attaccare addosso.


A mani giunte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

buonasera ho trovato per caso questo blog mi sembra carino, pratico yoga da 7 anni di cui 4 nella stessa scuola e gli altri un pò in giro per colpa di trasferimenti lavorativi per cui ho visto varie scuole. in alcune mi sono sentito subito a casa, in altre dal primo giorno più che in una scuola di yoga mi sembrava di stare in una setta dove i nuovi arrivati venivano guardati quasi come intrusi! non ho trovato sempre un bell'ambiente e a volte maestri un pò troppo egocentrici per essere veramente persone Ispirate come io intendo. vorrei dire che esistono realtà molto diverse tra loro,e a chiunque piaccia lo yoga e voglia iniziare di non farsi influenzare se non non si troveranno bene al primo tentativo, ci sono tante persone professionali
buonasera

Scuola di Yoga Surya ha detto...

Prima di tutto grazie per il commento. Sono d'accordo con te quando dici di verificare bene la "professionalità" di un insegnante di Yoga, anche se per un principiante è difficile, attenzione però a non ricercare un istruttore che assecondi il nostro ego ma qualcuno che ci aiuti ad aprire gli alla realtà delle cose. Ciao.
Ernesto

Anonimo ha detto...

Sarà pur difficile a un primo impatto valutare le conoscenze tecniche del maestro, ma il tipo di accoglienza lo capisce bene chiunque, principiante o avanzato, anche questa rientra nella professionalità, che quindi può essere valutata sin dal primo giorno ed evitarsi una seconda lezione quando non adeguata. Quando una maestro, come la maggior parte, vanta di aver passato 20 o 30 anni a praticare meditazione yoga ed alti ideali di pace e fratellanza, non è una soggettività d’Ego, bensì è oggettivamente il minimo aspettarsi che questa sia eccellente a meno che non si propagandi solo per atteggiarsi a guru e poi non si applichi nella vita. in 7 anni ho visto allontanare tante persone dallo yoga per questo peccato diciamo sempre che lo yoga è una disciplina unica buonasera