...è il titolo della
nuova rubrica che il mio geniale, quanto prezioso, collaboratore
Ernesto ha trovato per il nostro Blog.
Ha preso spunto dalla
canzone “Impressioni di Settembre”...come non ricordare quel
capolavoro della PFM: “cosa sono adesso non lo so, sono un uomo
in cerca di se stesso.” Beh! Mi pare “azzeccato” come
titolo della nuova rubrica a cura di Surya Scuola Yoga.
Settembre e ottobre mi
hanno stupito, no..non i mesi (ahaha), nel senso che sono rimasto
piacevolmente colpito dal fatto che sin dal primo giorno di
riapertura della Scuola, l'affluenza degli allievi è stata numerosa. Il martedì di Meditazione, che ha dato il via ai corsi, è stato
pieno...la sala si è riempita di praticanti che hanno onorato la
seduta con dedizione e gioia.
Il mio sorriso interiore
si è allargato quando ho constatato che quasi tutti i “vecchi
allievi” hanno ripreso a praticare con serietà e fervore,
dimostrando di aver conquistato una buona consapevolezza di se.
Certo...ci si rende conto
facilmente di quanto sia arduo intraprendere una Via, ma solo dopo un
po' di anni di pratica si comincia a “capire e comprendere”
qualcosa che poi si gusta e assapora in fondo solo approfondendo la
pratica. Ovvio c'è bisogno all'inizio di tanta buona volontà e ciò
costa fatica, ma oltre gli ostacoli c'è un giardino meraviglioso
che... respirarlo non si può se non si pratica con costanza.
Come ogni anno, tra
settembre e ottobre, la processione di curiosi è stata ricca. Una
ventina di persone, di diverse tipologie, sono venute nella nostra
Scuola a chiedere informazioni. I personaggi si sono alternati da
quelli che all'ingresso non hanno voluto togliere gli alti zoccoli a
spillo e sono scappate via dicendo “no, no...io voglio fare solo
Meditazione, non voglio togliere i tacchi!” (Esticà!!), al tipo,
sulla trentina, che è venuto a far sapere, giusto così, che lui fa
la “meditazione trascendentale” ed è andato via (Esticà!!); la
bionda esaurita che è riuscita a parlare per quaranta minuti di
seguito, ed io in silenzio ad ascoltarla, raccontando della sua
famiglia, di come vanno in chiesa tutte le domeniche ed insieme alla
santa comunione assume regolarmente ansiolitici e psicofarmaci.
(Esticà!!); alle due signore, sulla sessantina, che hanno subito
messo in chiaro le cose,e poi andate via, “noi saremmo interessate
ad iscriverci, ma se pregate Maometto noi non veniamo, sia chiaro!”
(Chiarissimo...esticà!); ai soliti tre o quattro “pentiti” che
ritornano come ogni anno e mi promettono (a chi? A me? Ahahaha) di
iscriversi e praticare seriamente e per rimanere fedeli alle loro
parole “spariscono” ancora...seriamente. (Esticà!) ; a quelli
nuovi che si iscrivono entusiasti, fanno tre lezioni in due mesi e
vanno via affermando di non aver raggiunto i “risultati attesi!”
(Esticà); alle ventenni, aerobicwomen, iperallenate, che alla fine
della lezione di prova sono sconcertate perché stanche e vanno via
senza nemmeno salutare (Esticà!). Ecc., ecc.
La cosa più importante,
però, che su tanti curiosi c'è sempre qualcuno che è più sveglio
e resta, continuando la pratica, perché ha di certo “poca sabbia
sugli occhi!”.
Ad ogni modo, oltre alle
condizioni meteorologiche, più che mai pazzerelle che impongono un
adattamento fisiologico repentino e costante non molto piacevole,
nella nostra Scuola Yoga c'è un atteggiamento che non mi piace
affatto, un leggero velo di “superficiale disattenzione accidiosa”.
Per questo motivo ripeto
(per l'ennesima volta) alcune semplici regole della Scuola:
- “Le attrezzature della scuola devono essere conservate”, alla fine della lezione le coperte, cinghie, mattoncini devono essere riposte con cura in maniera ordinata, non buttati dove capita.
- “I tappetini per la pratica devono essere acquistati”...non aggiungo altro!
- “Le luci si spengono” quando si esce da una stanza rimasta ormai vuota bisogna spegnere la luce, non sono io che devo andare a spegnerle.
- “I libri devono essere conservati” i libri presi in prestito quando vengono riconsegnati devono essere riposti nella libreria, no sul divano, sui mobili, ecc.
- “In sala è necessario sistemarsi ordinatamente”, quando c'è tanta gente bisogna collaborare, stringersi un po', affinché tutti abbiano il proprio spazio.
- “Ci si inchina entrando ed uscendo dalla sala”, inchinarsi quando si entra ed esce dalla sala fa parte della pratica Yoga ed è necessario per sviluppare un'Attenzione di livello superiore.
- “Il muro affianco al balcone è fuori squadro”, ormai credo che in dieci anni l'avrò ripetuto miliardi di volte, il pezzetto di parete a sinistra del balcone, precisamente tra la colonna ed il balcone non va usata per fare le “asana alla parete”.
- “Alla fine della purificazione del respiro si rimane fermi”, quando si finisce la purificazione del respiro bisogna rimanere immobili fino a quando tutti gli altri non abbiano terminato l'esecuzione. Mi avete mai visto muovere? No! Possibile che non si riesce a rimanere per due minuti fermi?
“Repetita Iuvant”
dicevano i latini, ma francamente sono stanco di ripetere sempre
le stesse cose!
La “tirata d'orecchi”
è, ovviamente, per gli allievi anziani che DEVONO insegnare, prima,
durante e dopo la pratica come ci si comporta e come ci si organizza.
Gli anziani dovrebbero essere la guida dei giovani allievi. Lo Yoga
prevede YAMA e NIYAMA, disciplina verso se stessi e verso gli altri,
tale disciplina non è vista come costrizione ma come “studio di
se” e “amore verso il prossimo”.
Per quanto riguarda la
pratica delle Asana, le “impressioni di settembre e ottobre” sono
ottime...un inchino a mani giunte a tutti i praticanti.
SHANTI, SHANTI, SHANTI,
OM!
Ottaviano