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La Scuola di Yoga “Sùrya” nasce nel novembre del 2003 per iniziativa del suo fondatore Ottaviano Fuoco, studioso di cultura indiana ed insegnante di Yoga, come Associazione Sportivo Culturale US ACLI, riconosciuta dal CONI.
La scuola è un centro dove è possibile praticare lo HathaYoga e non solo, possiede una biblioteca ed una Sala da thè. Organizza seminari di Shodo e di Nada Yoga, incontri di studio, concerti, conferenze, approfondimenti sulle discipline orientali.

martedì 27 novembre 2012

Impressioni di Ottobre


...è il titolo della nuova rubrica che il mio geniale, quanto prezioso, collaboratore Ernesto ha trovato per il nostro Blog.
Ha preso spunto dalla canzone “Impressioni di Settembre”...come non ricordare quel capolavoro della PFM: “cosa sono adesso non lo so, sono un uomo in cerca di se stesso.” Beh! Mi pare “azzeccato” come titolo della nuova rubrica a cura di Surya Scuola Yoga.
Settembre e ottobre mi hanno stupito, no..non i mesi (ahaha), nel senso che sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che sin dal primo giorno di riapertura della Scuola, l'affluenza degli allievi è stata numerosa. Il martedì di Meditazione, che ha dato il via ai corsi, è stato pieno...la sala si è riempita di praticanti che hanno onorato la seduta con dedizione e gioia.
Il mio sorriso interiore si è allargato quando ho constatato che quasi tutti i “vecchi allievi” hanno ripreso a praticare con serietà e fervore, dimostrando di aver conquistato una buona consapevolezza di se.
Certo...ci si rende conto facilmente di quanto sia arduo intraprendere una Via, ma solo dopo un po' di anni di pratica si comincia a “capire e comprendere” qualcosa che poi si gusta e assapora in fondo solo approfondendo la pratica. Ovvio c'è bisogno all'inizio di tanta buona volontà e ciò costa fatica, ma oltre gli ostacoli c'è un giardino meraviglioso che... respirarlo non si può se non si pratica con costanza.
Come ogni anno, tra settembre e ottobre, la processione di curiosi è stata ricca. Una ventina di persone, di diverse tipologie, sono venute nella nostra Scuola a chiedere informazioni. I personaggi si sono alternati da quelli che all'ingresso non hanno voluto togliere gli alti zoccoli a spillo e sono scappate via dicendo “no, no...io voglio fare solo Meditazione, non voglio togliere i tacchi!” (Esticà!!), al tipo, sulla trentina, che è venuto a far sapere, giusto così, che lui fa la “meditazione trascendentale” ed è andato via (Esticà!!); la bionda esaurita che è riuscita a parlare per quaranta minuti di seguito, ed io in silenzio ad ascoltarla, raccontando della sua famiglia, di come vanno in chiesa tutte le domeniche ed insieme alla santa comunione assume regolarmente ansiolitici e psicofarmaci. (Esticà!!); alle due signore, sulla sessantina, che hanno subito messo in chiaro le cose,e poi andate via, “noi saremmo interessate ad iscriverci, ma se pregate Maometto noi non veniamo, sia chiaro!” (Chiarissimo...esticà!); ai soliti tre o quattro “pentiti” che ritornano come ogni anno e mi promettono (a chi? A me? Ahahaha) di iscriversi e praticare seriamente e per rimanere fedeli alle loro parole “spariscono” ancora...seriamente. (Esticà!) ; a quelli nuovi che si iscrivono entusiasti, fanno tre lezioni in due mesi e vanno via affermando di non aver raggiunto i “risultati attesi!” (Esticà); alle ventenni, aerobicwomen, iperallenate, che alla fine della lezione di prova sono sconcertate perché stanche e vanno via senza nemmeno salutare (Esticà!). Ecc., ecc.
La cosa più importante, però, che su tanti curiosi c'è sempre qualcuno che è più sveglio e resta, continuando la pratica, perché ha di certo “poca sabbia sugli occhi!”.
Ad ogni modo, oltre alle condizioni meteorologiche, più che mai pazzerelle che impongono un adattamento fisiologico repentino e costante non molto piacevole, nella nostra Scuola Yoga c'è un atteggiamento che non mi piace affatto, un leggero velo di “superficiale disattenzione accidiosa”.
Per questo motivo ripeto (per l'ennesima volta) alcune semplici regole della Scuola:
  1. “Le attrezzature della scuola devono essere conservate”, alla fine della lezione le coperte, cinghie, mattoncini devono essere riposte con cura in maniera ordinata, non buttati dove capita.
  2. “I tappetini per la pratica devono essere acquistati”...non aggiungo altro!
  3. “Le luci si spengono” quando si esce da una stanza rimasta ormai vuota bisogna spegnere la luce, non sono io che devo andare a spegnerle.
  4. “I libri devono essere conservati” i libri presi in prestito quando vengono riconsegnati devono essere riposti nella libreria, no sul divano, sui mobili, ecc.
  5. “In sala è necessario sistemarsi ordinatamente”, quando c'è tanta gente bisogna collaborare, stringersi un po', affinché tutti abbiano il proprio spazio.
  6. “Ci si inchina entrando ed uscendo dalla sala”, inchinarsi quando si entra ed esce dalla sala fa parte della pratica Yoga ed è necessario per sviluppare un'Attenzione di livello superiore.
  7. “Il muro affianco al balcone è fuori squadro”, ormai credo che in dieci anni l'avrò ripetuto miliardi di volte, il pezzetto di parete a sinistra del balcone, precisamente tra la colonna ed il balcone non va usata per fare le “asana alla parete”.
  8. “Alla fine della purificazione del respiro si rimane fermi”, quando si finisce la purificazione del respiro bisogna rimanere immobili fino a quando tutti gli altri non abbiano terminato l'esecuzione. Mi avete mai visto muovere? No! Possibile che non si riesce a rimanere per due minuti fermi?
“Repetita Iuvant” dicevano i latini, ma francamente sono stanco di ripetere sempre le stesse cose!
La “tirata d'orecchi” è, ovviamente, per gli allievi anziani che DEVONO insegnare, prima, durante e dopo la pratica come ci si comporta e come ci si organizza. Gli anziani dovrebbero essere la guida dei giovani allievi. Lo Yoga prevede YAMA e NIYAMA, disciplina verso se stessi e verso gli altri, tale disciplina non è vista come costrizione ma come “studio di se” e “amore verso il prossimo”.
Per quanto riguarda la pratica delle Asana, le “impressioni di settembre e ottobre” sono ottime...un inchino a mani giunte a tutti i praticanti.
SHANTI, SHANTI, SHANTI, OM!  
Ottaviano