Maestro? ...no grazie!

A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena essere vissuta. 

Alessandro Magno

Nelle culture orientali, insegnare o addirittura diventare un Maestro (la M è maiuscola non a caso) era un affar serio. Prima che il proprio Maestro desse la possibilità all'allievo di insegnare, oltre ad aver maturato una profonda esperienza proveniente da anni di pratica, doveva dare prova delle proprie capacità.

Tutto questo avveniva non perché il Maestro fosse geloso del proprio allievo, sabotandolo tarpandogli le ali, ma affinché non facesse danni di natura fisica e psicologica a quelli che a loro volta sarebbero diventati suoi allievi.

Nell'epoca moderna diventare istruttori, insegnanti, maestri (la m è volutamente minuscola) è qualcosa di molto più semplice.

Un corso per corrispondenza fa di te un bravo istruttore di Yoga, anche perché nel frattempo sei andato su YouTube ed hai guardato qualche video in inglese che nemmeno capisci e conosci. Un viaggio in India (di un mese se sei fortunato) ha fatto di te un nuovo santone, perché a tua volta sei stato illuminato dal maestro santone per turisti.

Ma andiamo nel dettaglio ed esaminiamo il primo caso. Tu insegnante, sei stato volenteroso, ti sei iscritto come allievo ad un buon corso di Yoga, ti sei innamorato della pratica, hai praticato anche con dedizione e buoni risultati. Ad un certo punto della pratica, però, arriva il momento che devi affrontare forse l'ostacolo più grande, cioè TE stesso.

Cominci a mettere in discussione la scuola e l'insegnante invece di vedere le cose come stanno, e la pratica non è per te più così appagante. Lo Yoga scopre il tuo EGO e ti fa bruciare ed invece di assecondare il fuoco per bruciare il superfluo, tu lo annacqui. Allora ti rivolgi ad un altro insegnante, che si trova in un'altra città e così per corrispondenza continui la tua pratica, poi naturalmente continui a non capire e vai su YouTube e studi tutte le asana in inglese, che naturalmente non comprendi (o forse si!!).

Morale della prima storia attenzione a chi vi rivolgete perché nello Yoga come in altre Tradizioni millenarie è necessario un buon insegnante che vi indichi una via e ve la faccia percorrere da solo (o in compagnia del vostro ego).

Secondo caso. Il Saibaba locale. Credo che viaggiare e conoscere nuove culture sia una delle cose più belle. Quando si è in cerca della propria strada è facile rimanere affascinati da Tradizioni che ti mettono in cammino verso te stesso.

Il problema di tutto ciò è che una volta rimasti “folgorati” si è solo all'inizio, non ad un punto di arrivo. L'avere un atteggiamento o un'apparenza da santone, non fa di te un Maestro. La cosa più pericolosa è quando il santone organizza delle attività molto “potenti”, che neanche lui capisce o sa gestire, per allievi che con difficoltà riconoscono il piede destro da quello sinistro.

Tutto ciò, però, fa figo o meglio fa santone (vuoi mettere recitare un mantra per ore mentre esegui dei mudra?!?).

Morale della seconda storia attenzione a chi vi rivolgete perché nello Yoga, come in altre Tradizioni millenarie é necessario un buon insegnante che vi indichi una via e ve la faccia percorrere da solo (magari che vi riprenda anche in maniera brusca quando non si pratica correttamente).

Come non concludere questo post con uno spot:

“Vieni a praticare lo Yoga presso la palestra Cantastorie. Tutti tuoi disturbi, ansie, paure, problemi economici, di coppia, di erezione saranno eliminati.

Il fantastico maestro Cantaminchia, studioso da più di un anno di vecchie cose unirà la tua anima alla sua in un viaggio astrale attraverso le tue vite passate, con la regressione esistenziale guidata per il contatto con gli eloim...”

Lo Yoga è una Via per il raggiungimento di una visione chiara della vita, ma se si pratica con insegnanti improvvisati, la visione sarà completamente distorta e oscurata.

Namastè