Martin Buber (studioso della tradizione Chassidica) nel suo libretto "Il Cammino dell'Uomo", che raccoglie dei racconti tratti da una delle sue conferenze che tenne al congresso di Woodbrook in Olanda nel 1947, cerca di rispondere ad una domanda: "Che cos'è l'uomo?". Piuttosto ardua la domanda... improbabile una risposta, per cui Buber apre la sua riflessione con la domanda rivolta da Dio ad Adamo che si era nascosto: "Uomo dove sei?" (Gen.3,9), svelando che quella domanda è posta ad ogni uomo, in ogni tempo ed in ogni luogo, all'uomo che nascondendosi a Dio, si nasconde a se stesso. L'uomo per la sua crescita e per raggiungere l'autenticità deve innanzitutto tornare a se stesso, risalire alla sua fonte.
L'uomo deve fare della sua vita un cammino, rispondendo alla domanda:"Dove sei?" ...cioè "dove ti trovi in questo momento... a che punto sei sulla Via?" ...senza provare a nascondersi.
Da questa prima tappa essenziale occorre prendere coscienza che sta davanti all'uomo una Via particolare, sua propria: nessun tentativo di imitazione di ciò che è stato percorso, sarebbe una sterile ripetizione e senza nessuna pretesa che la propria Via escluda ad altri la loro. Non esiste una Via unica, occorre invece scegliere la propria e scegliere significa anche rinunciare.
Un giorno finiremo per chiederci: "Perchè non sei stato te stesso?"
Namastè
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